bobò pozzuoli denuncia

Giuseppe nella vita non ha avuto nulla di regalato. Abbiamo già detto di come sfuma l’affare del nuovo locale. Questo episodio è stato raccontato ieri mattina in un’aula del tribunale di Napoli, tra i giudici, il pubblico ministero, gli avvocati dell’imputato collegato in videoconferenza, i rappresentanti delle associazioni antiracket. Ecco cosa ha dichiarato ai microfoni di Pozzuoli21. Appena mi avvicino mi dicono che ‘ci mandano gli amici di Pozzuoli’ e mi fissano subito la tariffa: mille e cinquecento euro al mese, e per il momento. Il ristoratore arrabbiato è Giuseppe Bruno (nella foto), meglio conosciuto come Bobò. LA REPLICA DELLA LEGA NAVALE DI POZZUOLI: “QUERELEREMO IL SIGNOR GIUSEPPE BRUNO”. Ho saputo da ambienti ‘non propriamente oxfordiani’ che voi avete denunciato il boss di Pozzuoli. Chiedo chi sono questi amici. ECCO COSA SIGNIFICA ESSERE IMPRENDITORI IN QUESTE TERRE. “A gennaio scorso –si legge oggi sul portale della FAI – due giovanissimi si presentano nel suo locale e, senza troppi giri di parole, avanzano richieste estorsive, specificando una somma di millecinquecento euro di “pizzo” al mese. bobò • bottarga • fettuccine • Gioacchino bonsignore • giuseppe bruno • gusto • News • Pozzuoli • Primo Piano • sofia loren • tg5 • vongole • zucchine Bobò fa il bis … Tredici anni  e quattro mesi di carcere: è la condanna i nflitta oggi pomeriggio al 62enne boss Gennaro Longobardi per l’ estorsione al ristoratore puteolano Giuseppe Bruno, da tutti conosciuto con il soprannome di “Bobò”. Sa bene tutte queste cose, “non è come giocare con la playstation”, con queste cose non si può scherzare. Le parti si incontrano per formalizzare la scrittura dell’atto, tutte le questioni sono state risolte, non c’è più alcun problema commerciale. Giuseppe Bruno, titolare del ristorante Bobò di Pozzuoli, una vicenda recente e che ha visto già diversi risultati, come la condanna di uno degli estorsori. Va dai carabinieri e racconta tutto, “con la denuncia pensavo che non venissero più”, dice Giuseppe ai giudici. E’ il racconto di una testimonianza agghiacciante, resa in Tribunale dal ristoratore puteolano Giuseppe Bruno (meglio conosciuto col soprannome di “Bobò”) a proposito dell’arresto (avvenuto il 6 aprile scorso) del boss Gennaro Longobardi e del genero Gennaro Amirante, accusati di avergli chiesto il pizzo e catturati in seguito alla sua denuncia. Di conseguenza, a Bruno non si “Devi comprare i frutti di mare da mio genero” è il “consiglio” espresso sull’uscio, prodotti ovviamente privi di tracciabilità e venduti senza fattura. Per tanti anni è stato cameriere in un altro ristorante, poi maitre di sala, poi chef. Purtroppo, un altro “purtroppo”, Giuseppe pensa male. bobò • iskra • lavoro nero • lungomare • mediterranea ristorazione • News • Pozzuoli • Primo Piano • via Napoli La denuncia di un noto ristoratore: “I miei colleghi che fanno lavorare in nero? Un tavolo per una delle anime del Napoli al rinomato ristorante “Da Bobò” al Borgo Marinaio porto di Pozzuoli. Stiamo parlando di Giuseppe Bruno, meglio conosciuto come “Bobò”, il ristoratore puteolano la cui denuncia è stata decisiva per l’arresto del boss Gennaro Longobardi e del genero di quest’ultimo (Gennaro Amirante), che gli avevano imposto la tangente per conto del clan. La discussione è finita, Longobardi si alza per andare via, Giuseppe tira un sospiro di sollievo, pensa di non avere più problemi. Pozzuoli Primo Piano Imprenditore di Pozzuoli denuncia affollamento in carcere e viene “spedito” a 500 chilometri La vicenda di Angelo Esposito, dal 10 gennaio scorso in carcere dove sta scontando una pena di 6 anni e mezzo Ecco cosa ha dichiarato ai microfoni di Pozzuoli21. Sarà direttamente il genero del boss, un pescivendolo di Pozzuoli, a farli recapitare al ristorante. Sa cosa vuol dire essere imprenditori in queste terre, già nel 2009 aveva denunciato un’altra estorsione. POZZUOLI - Dal mare il paesaggio è una cartolina, il porticciolo, i ristorantini, l’antica rocca del Rione Terra. Dall’altro lato c’è la sicurezza, quella personale e dei familiari, quella dei 14 dipendenti. Freschi come l’acqua gli dicono: “Ci dispiace non c’è più posto, quello che lei aveva era provvisorio”. Queste sono persone che non perdonano. “Il proprietario del locale, dimostratosi solidale con Bobò, ha rinnovato il contratto di locazione dell’immobile, risolvendo positivamente un problema, sciogliendo tutte le criticità. Appena sopravvenuto, che non ha nulla a che vedere con le relazioni economiche. Appena sopravvenuto, che non ha nulla a che vedere con le relazioni economiche. POZZUOLI – Confermata in Appello la colpevolezza di Gennaro Amirante, il 39enne arrestato assieme al boss Gennaro Longobardi (di cui è genero) per un'estorsione ai danni di un ristoratore. Di seguito riportiamo per intero l’articolo pubblicato ieri da Tiscali News, a firma di Tano Grasso, fondatore del Movimento Antiracket e attuale presidente della FAI, la Federazione Antiracket Italiana. Senza uno spazio adeguato vent’anni di lavoro in autonomia di Bobò svanirebbero insieme all’occupazione per quattordici dipendenti. Il gommone di cui parla a noi risultava di proprietà del figlio ed era stato ospitato temporaneamente in banchina su richiesta di un collega ed amico puteolano de Il Mattino”. Infatti, dopo alcuni giorni Gennaro Longobardi si presenta al ristorante. Siamo andati su Tripadvisor e abbiamo cercato un commento scritto in quei giorni di gennaio; due settimane dopo la visita estorsiva, ecco le parole di un cliente: “Ci sono stato con la mia fidanzata, ti consiglia tutto il cameriere, state tranquilli perché vi portano solo pesce fresco… il proprietario è un super-personaggio. bobò • iskra • lavoro nero • lungomare • mediterranea ristorazione • News • Pozzuoli • Primo Piano • via Napoli La denuncia di un noto ristoratore: “I miei colleghi che fanno lavorare in nero? Sono state delle complicazioni sorte dopo una broncopolmonite ad uccidere Vincenzo Cannavacciuolo, in arte Bobò. Stiamo parlando di Giuseppe Bruno, meglio conosciuto come “Bobò”, il ristoratore puteolano la cui denuncia è stata decisiva per l’ arresto del boss Gennaro Longobardi e del genero di quest’ultimo (Gennaro Amirante), che gli avevano imposto la tangente per conto del clan. Pozzuoli ORA. Semplicemente, da pochi giorni il boss di Pozzuoli è stato arrestato a seguito della denuncia di Giuseppe Bruno, titolare di uno dei più prestigiosi ristoranti dell’area napoletana, il “ristorante BoBò”. Quella di Lucio Cerasuolo che gestisce una ditta edile che lavora in tutta la Bruno, senza alcun tentennamento, denuncia il fatto ai Carabinieri. Io in casa mia non vi voglio”. La richiesta di soldi non viene ripetuta: l’estorsione, questa volta, viene consumata sotto altra forma, ovvero con l’imposizione dei prodotti di mare che il ristoratore utilizza per preparare le sue prelibatezze culinarie. Bruno può continuare la sua attività commerciale senza fermarsi. Oggi, in esclusiva, abbiamo intervistato il noto ristoratore puteolano Giuseppe Bruno, meglio conosciuto come Bobò: vittima della malavita organizzata ma non solo. Ma nel “nostro” mese non è venuto “il gonfalone amico”. I vicini di casa lo denunciano perché si dicono infastiditi dai cani dell’imprenditore. La richiesta di soldi non viene ripetuta: l’estorsione, questa volta, viene consumata sotto altra forma, ovvero con l’imposizione dei prodotti di mare che il ristoratore utilizza per preparare le sue prelibatezze culinarie. Bobò ha deciso di affidarsi allo Stato ma soprattutto ha deciso di stare nella legalità e contro le mafie”. Al termine della sua testimonianza, anche commovente per alcuni riflessi personali, Giuseppe Bruno, l’eccellente ristoratore campano, ha un momento di sfogo, si rivolge alla corte: “Le persone per bene devono andare via dall’Italia? Bobò, Pippo e tutta la compagnia girano il mondo, visitano l’America Latina, l’Asia e tutti i continenti. Chissà quante sono ogni giorno le storie come queste nel nostro Paese, tutte avvolte nel silenzio. A prenotarlo clienti speciali. Ma la Federazione Antiracket Italiana ci dà anche una seconda importante notizia per Bobò. Continua la deposizione: “Entra e si siede, mi dice che devo togliere questa denuncia: ‘tu devi dire che i ragazzi sono venuti per un preventivo…’(Che fantasia!). “Ben venga maggio, ben venga la rosa che dei poeti è il fiore”, canta Guccini. Merce senza tracciabilità e senza fattura. Oggi, in esclusiva, abbiamo intervistato il noto ristoratore puteolano Giuseppe Bruno, meglio conosciuto come Bobò: vittima della malavita organizzata ma non solo. Bobò e il proprietario si sono trovati d’accordo e il ristorante può tranquillamente continuare a servire i suoi clienti. Qualche giorno dopo si presenta nel suo ristorante il boss della zona in persona che chiede a Bobò di ritirare la denuncia. Per continuare a lavorare non dovrà traslocare dalla zona del porto. Qualche giorno dopo si presenta nel suo ristorante il boss della zona in persona che chiede a Bobò di ritirare la denuncia. Voglio solo verità. Alloggi popolari, locali commerciali e strutture di proprietà del comune di Pozzuoli, a pagare è solo il 49% degli assegnatari. Dopo gli arresti, inizia il secondo tempo di questa storia, iniziano i problemi, stavolta non più con i camorristi ma con le persone “perbene”. See more of Pozzuoli ORA on Facebook Per incutere timore dichiarano di essere stati mandati dagli “amici di Pozzuoli” evocando il boss che è riuscito a imporsi in città. Voi adesso avete un marchio indelebile addosso. I CAPI CLAN PENSANO DI ESSERE INTOCCABILI. “Abbiamo deciso di non affittarvi più il locale. Da quasi tre anni Giuseppe teneva un posto per il gommone, per lui indispensabile per la grave disabilità della figlia. Queste sono le regole a cui la maggior parte dei soggetti in queste terre preferisce aderire. Bobò, Pozzuoli: su Tripadvisor trovi 642 recensioni imparziali su Bobò, con punteggio 3,5 su 5 e al n.100 su 432 ristoranti a Pozzuoli. Ma una volta “salpati” Pozzuoli tradisce quel fantastico paesaggio. Ma ancora più duro è stato il lavoro negli ultimi 19 anni, da quando si è messo in proprio e, passo dopo passo, ha realizzato una vera eccellenza nel campo culinario. Semplicemente, da pochi giorni il boss di Pozzuoli è stato arrestato a seguito della denuncia di Giuseppe Bruno, titolare di uno dei più prestigiosi ristoranti dell’area napoletana, il “ristorante BoBò”. 3.3K likes. E, naturalmente, il cerchio si chiude con i clienti e con un calo di quasi la metà. Quest’ultimo, invece, sarà processato con rito ordinario per lo stesso reato, ovvero estorsione. Che fare? Circostanze legate alla decisione di Bobò e alle misure messe in atto dai Carabinieri su ordine della magistratura. Siamo di fronte alla classica richiesta di pizzo avanzata da due “picciotti” per conto del clan camorristico. “Sono le sette di sera del 5 gennaio di quest’anno quando due giovani di 20-25 anni entrano nel mio ristorante e chiedono di BoBò. Ho dato mandato al nostro avvocato di presentare querela nei suoi confronti perché non e’ mai stato iscritto alla nostra associazione. L’esistenza di una comunità solidale nei confronti di chi denuncia il “pizzo” è una componente essenziale per chi denuncia per annullare l’isolamento della vittima. Ecco il testo integrale dell’articolo di Tano Grasso. Riceviamo e pubblichiamo da Silvio Luise, presidente della Lega Navale di Pozzuoli, le seguenti dichiarazioni: “Ho letto con grande stupore la testimonianza resa in tribunale dal signor Giuseppe Bruno relativa ad un suo presunto allontanamento dalla Lega Navale di Pozzuoli. Il Capitano 1890: Centrale! Non parlava, perché muto, sordo e microcefalo dalla nascita, eppure era un attore. Semplicemente, da pochi giorni il boss di Pozzuoli è stato arrestato a seguito della denuncia di Giuseppe Bruno, titolare di uno dei più prestigiosi ristoranti dell’area napoletana, il “ristorante BoBò”. C’è la somma d’ingresso, somma che potrà successivamente essere rivista, c’è l’“autorità” del mandante e del garante. Si prosegue con la Lega Navale, nel cui sito compaiono tra gli altri i loghi del Ministero della Difesa e quello dell’Ambiente. Mesi difficili per Giuseppe che vede attorno a se solo ostacoli. In realtà c’è chi lo aiuta e lo supporta. Qualche giorno dopo si presenta nel suo ristorante il boss della zona … Da andare assolutamente… top”. C’è invece un altro tipo di problema. Semplicemente, da pochi giorni il boss di Pozzuoli è stato arrestato a seguito della denuncia di Giuseppe Bruno, titolare di uno dei più prestigiosi ristoranti dell’area napoletana, il “ristorante BoBò”. Ad Amirante si è contestata l’aggravante di aver agito con metodo mafioso. © pozzuoli21 DANILO PONTILLO P.IVA: 07355960639, Buone notizie per “Bobò”, il ristoratore che denunciò gli estorsori del clan, condanna a otto anni di reclusione, con rito abbreviato, per Gennaro Amirante, COVID A POZZUOLI/ Altri 10 contagiati e 5 guariti nelle ultime 24 ore, COVID A POZZUOLI/ Altri 15 contagiati e due guariti nelle ultime 24 ore, COVID A POZZUOLI/ Oggi un altro passo indietro: 37 contagiati e nessun guarito, “Rinviamo la tassa sulla spazzatura e dimezziamo quella per l’abbonamento alle strisce blu”: sos dei Cinque Stelle all’Amministrazione, “Vaccino Covid: la mia esperienza indecente oggi in ospedale”, Bradisismo, il vulcanologo Luongo chiede lumi a Figliolia: “Cosa è cambiato per far alzare il livello di attenzione al Comune?”. “Questo – aggiunge Rispoli – deve rappresentare uno stimolo alla denuncia anche per gli altri perché è testimonianza del fatto che la giustizia sa dare risposte rapide ed efficaci”. Con i soliti show improvvisati a cena del “capo” Pepe Reina. La prima notizia è la condanna a otto anni di reclusione, con rito abbreviato, per Gennaro Amirante, commerciante ittico, genero del boss Gennaro Longobardi. Il proprietario del locale, dichiara Bobò ai giudici, solleva problemi sul rinnovo del contratto. Per incutere timore dichiarano di essere stati mandati dagli “amici di Pozzuoli” evocando il boss che è riuscito a imporsi in città. Parla il ristoratore “Bobò”, vittima della camorra: “La mia vita distrutta dopo... ’arresto (avvenuto il 6 aprile scorso) del boss Gennaro Longobardi e del genero Gennaro Amirante, COVID A POZZUOLI/ Altri 10 contagiati e 5 guariti nelle ultime 24 ore, COVID A POZZUOLI/ Altri 15 contagiati e due guariti nelle ultime 24 ore, COVID A POZZUOLI/ Oggi un altro passo indietro: 37 contagiati e nessun guarito, “Rinviamo la tassa sulla spazzatura e dimezziamo quella per l’abbonamento alle strisce blu”: sos dei Cinque Stelle all’Amministrazione, “Vaccino Covid: la mia esperienza indecente oggi in ospedale”, Bradisismo, il vulcanologo Luongo chiede lumi a Figliolia: “Cosa è cambiato per far alzare il livello di attenzione al Comune?”. So bene che devo scalare questa montagna, e io la scalerò”. LA DENUNCIA – Amirante e Longobardi furono arrestati nel quartiere di Monterusciello mediante un decreto di fermo eseguito dai carabinieri del Nucleo Operativo di Pozzuoli. Al porto di Pozzuoli. Come prendere tempo? Iscritti anche gli esponenti Pd "Bobò" e l'ex consigliere Pd Napoli, candidati ignari e cinque gli indagati. Io rimango qui, faccio questa battaglia. La storia che raccontiamo è una storia ordinaria di mafia quotidiana. Ma non tutti sembrano apprezzare il gesto. Morgan De Sanctis, Salvatore Aronica, Christian Maggio, Paolo Cannavaro e Cristiano Lucarelli hanno trascorso una piacevole serata in compagnia degli amici e delle loro 'dolci metà' nel noto ristorante 'Bobò' a Pozzuoli. Il mio problema è sempre quello di prendere tempo – prosegue Giuseppe – e spiego che al momento gli affari non vanno bene, quando miglioreranno ‘ti farò un regalino’”. POZZUOLI. Di conseguenza, a Bruno non si può più affittare un’attività, anche se si ha la certezza di un solido guadagno e, attesa la fama professionale, un indiscusso prestigio. Un giorno mi manda un messaggio: ‘Hai messo a repentaglio la vita dei tuoi dipendenti, dei fornitori e di chi ti sta intorno’”. A fargli scattare le manette ai polsi fu la denuncia da parte dell’imprenditore Giuseppe Bruno che non si piegò alla richiesta di estorsione. Appunto, noi potremmo essere 100 volte più belli di loro, ed invece ci sono decine di chilometri di costa abbandonati a se stessi da sempre! Il nostro ristoratore riprende a lavorare, a girare tra i tavoli dei clienti, a fare avanti e indietro dalla cucina, prendere le telefonate di prenotazione, ma non riesce a cancellare dalla sua testa quella che è stata l’affermazione più pesante fatta dal boss: “Io tengo un’agenda con i nomi dei buoni e dei cattivi. E’ il mio libro nero”. - Guarda 313 recensioni imparziali, 165 foto di viaggiatori, e fantastiche offerte per Pozzuoli, Italia su Tripadvisor. Da cinque mesi è in corso una trattativa per affittare un ristorante. Bobò, Pozzuoli: su Tripadvisor trovi 643 recensioni imparziali su Bobò, con punteggio 3,5 su 5 e al n.100 su 434 ristoranti a Pozzuoli. Inizia il proprietario del locale: “Da maggio non mi fa il contratto e vuole buttarmi fuori – continua nella sua testimonianza – Propone nuove clausole assai discutibili, avanza pretese incredibili. Ma le cose cambiano. ! In scena portava la sua presenza e la sua storia: quella di un uomo internato nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa per quasi quarant’anni. La buona notizia è contenuta nella lettera di auguri che la FAI (Federazione Antiracket Italiana) ha pubblicato sul proprio sito indirizzandola a quanti, a vario titolo, sono impegnati nella durissima lotta per combattere un fenomeno che “attanaglia migliaia di operatori, commercianti e imprenditori, facendo gonfiare le casse di clan, ‘ndrine e cosche”. Siamo in terra di mafia e chi è capo di un clan pensa di poter fare sempre affidamento sull’omertà dei commercianti, spesso pecca di presunzione, pensa d’essere intoccabile. POZZUOLI/ 15 nuovi varchi ZTL, scoppia la protesta: a via Napoli raccolta firme dei residenti Pozzuoli-COVID 19: si allenta la morsa del virus, 97 casi negli ultimi 7 giorni Imprenditore di Pozzuoli denuncia affollamento in carcere e viene “spedito” a 500 chilometri © pozzuoli21 DANILO PONTILLO P.IVA: 07355960639. Giuseppe pensava che grazie al suo coraggio, grazie alle indagini dei carabinieri, grazie ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria, finalmente, avrebbe ritrovato la tranquillità per lavorare in pace. Invece…. Sono incapaci e devono chiudere” Il teatro rimarrà per sempre la sua vita, fino all Del caso di “Bobò” abbiamo già scritto il 4 novembre scorso. Da un lato, c’è la qualità e la reputazione del locale. Ma la tegola più pesante, oltre ai problemi con lacamorra del territorio, è quella sul ristorante. Duro lavoro. “Una condanna esemplare che rende giustizia al coraggio di un imprenditore che ha deciso di rompere il muro dell’omertà”, afferma Roberta Rispoli, avvocato che fa parte del team di legali della FAI. La denuncia ai Carabinieri aiuta Bruno a riconquistare la sua dignità. La clientela cala. Lei è intelligente – mi rispondono – lo sa bene chi comanda a Pozzuoli” e evocano la figura del boss della città. Siamo un movimento politico che si pone l'obiettivo di costruire una nuova classe dirigente, nuova nei metodi e nelle pratiche. Sono incapaci e devono chiudere” Sa bene cosa vogliono quei giovani estorsori, conosce la forza e il potere di chi li manda. “Io rimango qui, faccio questa battaglia”. Bruno, senza alcun tentennamento, denuncia il fatto ai Carabinieri. Purtroppo la previsione si rivela errata. Appena sopravvenuto, che non ha nulla a che vedere con le relazioni economiche. Con assoluta fermezza e precisione Giuseppe Bruno rievoca l’intera vicenda estorsiva. “Da maggio mi cade il mondo addosso”. E persino la Palestina, in un’esperienza tra guerra e speranza, tra teatro e bombe. Oltre agli inquirenti, viene assistito anche dalla FAI, Federazione delle Associazioni Italiane antiracket e antiusura, da anni sul campo per la lotta alle svariate forme di “pizzo”.Â. I falsi nella lista "Napoli Vale". Articolo precedente Estorsione al ristorante “Bobò”: condannato a 8 anni il genero del boss di Pozzuoli Articolo successivo BACOLI/ «Cinque mesi senza convocare la commissione Ambiente» la denuncia dell’opposizione Non mancano i problemi con i vicini di casa adesso che quando rientra la notte è accompagnato dai carabinieri: “Sono stato denunciato perché i cani abbaiano”. Viene annullato il posto per il suo gommone nel porto.

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